Awwww-ricordi l’originale?

Ricorda di mamma Melina ex spazio sotto i Seven Gables su Roosevelt?

Era accogliente, a lume di candela, un po’ frastagliato. Vieni come sei per un piatto di pasta fatta in casa e un bicchiere di chianti. E se la pasta non era la migliore che avresti mai assaggiato, andava bene: era cibo semplice in un ambiente semplice e l’esperienza si aggiungeva a qualcosa di accogliente e del Vecchio Mondo.

Ebbene, Mamma Melina ha scambiato, per uno spazio all’incirca di fronte all’U Village il 25, in linea con la tendenza da queste parti negli ultimi tempi a trapiantare le aziende in corso in nuovi spazi caldi.

E che spazio è! Finestre dal pavimento al soffitto. Accenti metallici lucidi. Tovaglie bianche. Illuminazione bassa sciccosa. Stanze private con tende. Lampadari gocciolanti. Soffitti altissimi. Colonna sonora techno. Dipinti sul soffitto! (Sul serio.) Sedili del water riscaldati nei bagni!

Uhora. Un sacco di Barolo (la famiglia possiede anche quel luccicante ristorante del centro) dove un tempo c’era la mamma. Il vecchio “come-sei” ora sembra più “meglio-provare-un-po-di-più”.

E il cibo? Bene, questo è il punto, perché in questo ambiente intellettuale, il cibo casalingo di mamma ora sembra poco soddisfacente. Ciò che era perdonabile, persino affascinante, in quella vecchia stanza confortevole – i calamari insipidi ma avvincenti, la bolognese studiatamente semplice – è ora parecchie tacche al di sotto degli standard elevati dall’arredamento.

Lezione per i ristoranti? Sta attento a cosa desideri.

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